Francesca Fossati
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Intervista

13/8/2019

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Francesca Fossati parla del suo lavoro, della passione, del valore e dei prossimi passi nel suo viaggio verso la “Moda come Arte”.
Ciao Francesca, potresti presentarti?
Ciao!
Sono Francesca Fossati, prima di tutto Designer
 e Sarta Alta Moda. Creo, progetto e realizzo abiti per la donna che ama raccontare di se’ attraverso ciò che indossa.
Vedo la Moda come Arte e realizzo piccole collezioni di pezzi unici. Non sono interessata a creare collezioni di pezzi multipli perché credo nell'unicita’, nella personalità e nella differenza quali valori ispiratori per realizzare il vero ‘lusso’, che altro non è se non la “preziosa unicità".
Progettare e realizzare un abito è per me lo strumento per interpretare e comunicare l'anima di una donna, la sua storia, la sua personalità, il suo essere. E il ricamo Alta Moda, che personalmente eseguo, è indispensabile per rendere il mio lavoro unico, raro, prezioso...una opera non replicabile.
Con discrezione amo definirmi Visionaria perché a mio modo rincorro sogni.
E il primo è che si possa tornare a rivalutare  la Moda come Arte, ricreando quella atmosfera che si respirava negli atelier dei grandi Couturier tra gli anni 30/40/50, dove si operava per abiti unici, dove si sceglievano tessuti di qualità, dove la bellezza era anche nel rovescio della confezione, dove ogni capo era unico.

Quando si comprava meno ma si era capaci di riconoscere la qualità.
Io sogno di vedere tanti atelier d'Alta Moda, tanti giovani che si riappassionino alla bellezza di questa professione affascinante, di un mestiere quasi dimenticato: il Sarto/ Creatore di Alta Moda, mestiere che racchiude in sé saper fare e cultura estetica e di progetto.
 Ed è per questo sogno che i miei Atelier vogliono essere luoghi di formazione, vere e proprie Botteghe di Sartoria dove far convergere e formare giovani maestranze.

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Si, ‘Visionaria’ è una figura molto forte. Cosa significa questo per te?
Essere visionari significa vedere oggi quello che succederà, ma soprattutto crederci e lavorare affinché succeda "reinventare la professione del ‘Couturier’ – il ‘Sarto Creatore di Alta Moda”: questo è il mio sogno.
Mi piacerebbe formare la prossima generazione degli ‘Artisti della Moda’ e creare un nuovo modello di ‘Couturier’ - una figura che amo definire ‘Sarto/Creatore di Alta Moda’– per vedere questo mestiere  da una nuova prospettiva e per creare un nuovo modello di professione e di ‘servizi’ per la moda (creazione, progettazione, racconto e Messa in Scena) destinati ad un avanguardistico e futuro sistema moda.
Nel mio prossimo progetto, voglio raggiungere questo obiettivo attraverso collaborazioni eccellenti che hanno rappresentato e rappresentano la storia della formazione alla professione Moda. Con docenti della ‘modellistica tradizionale’ ma usando una metodologia specifica con un approccio innovativo, e con professionisti e docenti della storia dell’Arte /del Design e del Teatro.
Fondamentale ruolo avrà anche tutto ciò che ha a che fare con l’unicità della decorazione, come per esempio la preparazione alla antica, preziosa e molto creativa tecnica di Ricamo Alta Moda per la personalizzazione di abiti che diventeranno vere opere d’arte.
Questa è la mia Visione: ma è una visione che voglio condividere con altri appassionati del Saper Fare, della cultura e del nostro Made in Italy e che vogliono pensare e progettare un nuovo modello di professione per le generazioni future.

Interessante… insomma, vuole aprire una scuola?
‘Scuola’ è per me un termine un po' troppo stretto: preferisco dire un luogo di alta formazione accademica, per il recupero dei valori della grande tradizione della sartoria e della creatività italiana e per traghettare questa tradizione nel mondo contemporaneo e futuro.
Il mio cammino su questa strada è appena iniziato. Dal prossimo anno questo progetto vedrà la luce.

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Che emozione! E il ricamo Alta Moda – quando hai iniziato questo viaggio nella decorazione Alta Moda? Perché?
Nel 2016, volevo assolutamente fare una esperienza nella scuola di moda più prestigiosa al mondo,volevo poter entrare e respirarne l'atmosfera, volevo capire cosa poteva provare un giovane a studiare in quel tempio della moda, volevo provare ad essere uno studente lì, anch’io... Sono andata alla Central Saint Martins a Londra.
Ho visto che era possibile frequentare dei workshop estivi ed ho scelto quello che avrebbe potuto dare valore aggiunto alle mie competenze e alle mie creazioni: il ricamo Alta Moda. E devo dire che come spesso per mia fortuna mi è successo, ho avuto una grande maestra, Elisabeth Gasbarre Roulleau. All'inizio è stato scioccante, mi sentivo fuori luogo insieme a giovanissimi che affrontavano una tecnica difficile e complessa con molta meno difficoltà di me.
Ma poi è scattato qualcosa... La tecnica è entrata nelle mie mani e nella mia testa e ho capito subito come e quanto avrebbe potuto dare potenza e valore al mio lavoro. E mi si è aperto un mondo!
Tanto esercizio, tanti ulteriori corsi di avanzamento a Lione con Elisabeth e ora il ricamo Alta Moda è diventato parte integrante delle mie creazioni.
I risultati sono veramente una meraviglia.
Grazie!
E Ostuni - la tua seconda casa non solo per le vacanze. La Città Bianca come luogo dove hai scelto di avere un secondo Atelier. Cosa ti lega a questo territorio, che cosa ha di speciale per te?... pur non essendo tuo luogo di origine...
Ho incontrato questo territorio per la prima volta appena quattordicenne, in vacanza con la famiglia, e da allora è la mia residenza preferita. La Puglia e Ostuni mi si è rivelata come terra della bellezza, quando ancora non aveva l'alloure e la fama di oggi.
Rappresenta per me in senso assoluto "della bellezza", bellezza che ritrovo nei colori, nelle architetture, nella sua storia, nel calore e nella disponibilità della sua gente.
Il creativo si nutre di bellezza e può creare bellezza se ne è circondato: ecco io mi sento così quando sono a Ostuni, immersa nella bellezza, bellezza che rubo e catturo nelle mie creazioni.
Forse è per questo che amo fare le presentazioni dei miei progetti in anteprima a Ostuni: credo sia doveroso restituire qualcosa a un territorio che mi dona così tanto.
E per finire: cosa ti ispira?
Tutto quanto ho conosciuto, visto, e che continuo a cercare... Tutto quanto ho racchiuso nella mia memoria in maniera disordinata al quale do ordine con il processo creativo. Sono assetata di passato presente e futuro... Nella mia testa frulla sempre qualche cosa... Guai però se non avessi un metodo progettuale... E se non "sapessi fare"... Sarebbe tutto sprecato, e credetemi, essere creativi e realizzare ciò che si è progettato implica un rigore irrinunciabile e faticoso.

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